Wassily Kandinsky, Giallo, rosso, blu

Studi ci rivelano come i suoni dai toni acuti siano associati prevalentemente a gusti agrodolci e acidi, mentre quelli arrotondati esaltano la dolcezza e quelli più bassi e gravi l’amaro.

A seconda della sua consistenza, il cibo “sonorizza” in maniera diversa.

Lo scricchiolio di una patatina sgranocchiata, lo schiocco di una carota addentata, l’effervescenza di una bevanda appena stappata: i “suoni” dei cibi influenzano enormemente la nostra percezione del loro sapore. Il suono prodotto dai cibi costituisce una preziosa fonte d’informazione sulle proprietà del cibo che stiamo mangiando.
E’ il tipo di suono a fare la differenza nella nostra percezione. Scrocchiare e croccare non sono la stessa cosa: il primo descrive un suono a più alta frequenza dato dall’atto di addentare – la lattuga, per esempio – mentre il secondo descrive suoni a più bassa frequenza – le mandorle o i crostini. Ma non esistono solo lo scrocchiare o il croccare. Esiste per esempio il suono della carbonatazione, che udiamo quando teniamo in mano una bibita frizzante.

Mangiare in ambienti troppo rumorosi può ridurre notevolmente le capacità sensoriali, impedendo di apprezzare pienamente il cibo e la sua “sonorizzazione”.

Una delle cause di permanenza più breve da parte dei clienti dei locali pubblici, come bar, ristoranti, Pub è il rumore continuo che si produce all’interno delle pareti di questi locali.
Secondo i risultati di una recente rilevazione, quando ai frequentatori dei ristoranti è stato chiesto “Cosa ti irrita di più quando mangi fuori?”, è stato evidenziato “il rumore” come seconda maggiore lamentela, dopo il servizio scadente.

Il livello acustico troppo alto prodotto da impianti di condizionamento obsoleti, motori refrigeranti, cappe, musica ad alto volume e la stessa presenza dei clienti porta la soglia dei Decibel ad innalzarsi notevolmente.
Quindi i rumori esterni, indipendenti dal cibo, possono influenzare fortemente le nostre scelte alimentari. Durante il pasto, stimoli uditivi esterni intensi e/o prolungati diminuiscono la sensibilità ai sapori.
Il Rumore non colpisce solo l’udito ma anche il “gusto”. Un forte rumore di sottofondo sarebbe infatti capace di modificare sapori e consistenza percepita degli alimenti consumati. A dirlo, una ricerca dell’Università di Manchester (Gran Bretagna) e dei laboratori Uniliver, diretta da Andy Woods e di cui dà notizia la “BBC”, versione online.

Woods e colleghi hanno creato un campione di volontari, facendogli mangiare gli stessi alimenti in condizioni diverse. Alla fine, è risultato evidente che più alto era il rumore, più bassa era la percezione del dolce e del salato ma più alta la sensazione di fragranza. Per gli studiosi, il legame rumore-gusto potrebbe spiegare alcune situazioni particolari. Ad esempio, numerosi passeggeri dei voli di linea trovano il cibo di bordo poco gradevole, nonostante gli sforzi delle compagnie.

Alla stessa maniera, gli scienziati della NASA potenziano artificialmente il gusto dei cibi perché, se consumati al naturale, tali prodotti sono giudicati troppo insipidi dai protagonisti delle missioni spaziali. Per gli esperti, all’origine di entrambi i casi potrebbe esserci l’influenza del sonoro.
FONTE: Jason Palmer, “Background noise affects taste of foods, research shows” BBC News 14/10/10.

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La linea “Ekoff” creata per eliminare il rumore e difendere la privacy, segue principi di acustica, ecologia e flessibilità. È caratterizzata da pannelli di arredo studiati per essere collocati in ambienti con caratteristiche differenti quali uffici, bar, sale riunioni, alberghi, ristoranti, palestre, abitazioni private.

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